domenica 27 febbraio 2011

L'"affaire" FLI: alcune considerazioni

Uno – In fondo si poteva immaginare, conoscendo l’Italia e gli italiani. Quando tutto andava a gonfie, gonfissime vele. Quando tutti sostenevano, anche la stampa di sinistra (mi ricordo a Bastia Umbra il sostegno personale di Sandro Ruotolo). Il magic moment, qualsiasi cosa si facesse: funzionava a 1000. Si poteva immaginare che finisse, anche perché era esagerato. E si sa come funziona il sistema mediatico. E si sa come funzionano gli italiani. Si poteva immaginare che il vento sarebbe cambiato, e da un eccesso si passasse ad un altro. E che si arrivasse alla situazione odierna. La stampa che ridicolizza FLI, Fini e i finiani. La “sconfitta” del 14 dicembre e l’inizio delle fughe di parlamentari (degne di topi indubbiamente, inquietante il casso Rosso). Una pressione mediatica negativa (praticamente ovunque, da Zelig a Parla con me) esasperata dopo la costituente di Milano (certo non un grande successo sotto molti punti di vista), il cui leit motiv è praticamente che FLI non esiste più; che l’iniziativa è defunta e via dicendo. Esagerato, come era esagerato incensare FLI pensando che fosse il cavallo di troia per espugnare la fortezza berlusconiana.

Due – Il problema, con buona pace di giornalisti e comici, non è quanti parlamentari vanno e vengono da FLI (che è un problema dei parlamentari medesimi e non degli italiani), ma è il valore e il potenziale che hanno le idee di FLI per il futuro e il bene del Paese. Tutto sommato, la (vituperata) Lega partì nell’87 con un Senatore e un’idea che contava ben più di decine di parlamentari. E non conta quanti parlamentari, eletti peraltro in altri partiti e con un sistema elettorale VERGOGNOSO, aderiscano ad un nuovo movimento, ma che idee nuove, che programmi e quanti militanti seri e onesti ha. Inutile negare il danno di immagine che certi comportamenti sicuramente determinano, ma quello che ci interessa per davvero è ben altro: ovvero perché gli italiani dovrebbero votare FLI (o meno). Se i motivi ci sono e sono buoni, verranno anche gli eletti (legge elettorale indegna a parte…).

Tre – Generazione Italia (soprattutto) e Futuro e Libertà, forse al di la delle intenzioni, dei piani e delle speranze dei creatori, sono stati finora un movimento di idee e di persone davvero nuovo, interessante e per certi versi entusiasmante. Nulla di simile era mai successo a destra in Italia, MAI. La Nuova Destra degli anni ’70 e ’80 (sulla base del pensiero di de Benoist) era stata un movimento interessante e anche geniale, ma intellettuale e legato ad una cerchia ristretta di persone. GI ha liberato una dimensione nuova delle persone di una certa area politica, finora prigioniera di schemi e dogmi spesso a dir poco reazionari. E quello che è emerso è nuovo e per certi versi straordinario. La Destra non è solo finto-liberismo berlusconiano o vetero-patriottismo o peggio ancora, nostalgismo. La Destra si è dimostrata anche nuova lettura della realtà, ricerca di nuove soluzioni, sensibilità alla società, all’ambiente, alla giustizia. Questo è un patrimonio straordinario per un Paese così povero di innovazione politica come l’Italia di oggi.

Stefano








venerdì 25 febbraio 2011

mercoledì 23 febbraio 2011

Intervista a Pasquino su Fini e FLI

Interessante intervista al politologo Gianfranco Pasquino su Fini e Futuro e Libertà, stranamente, visto il momento, relativamente ottimista.
http://www.lettera43.it/politica/9304/fli-la-destra-che-non-c-era.htm








Diciannove anni dopo...

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Penso che non sarà sfuggito a molti il parallelismo tra la situazione odierna e quanto successe a partire dal 17 febbraio 1992 sempre nel milanesissimo Pio Albergo Trivulzio. Per quasi vent’anni si è detto che in quel momento ebbe inizio la fine della (sic!) prima Repubblica (e del “craxismo”) e poco dopo la nascita della (sic!) seconda Repubblica (e conseguentemente del “berlusconismo”) . Permettetemi alcune considerazioni in merito anche se non sono uno storico o un politologo. Ma siamo sicuri che sia davvero stato cambiato “strutturalmente” un sistema? Certo ci fu una scossa a seguito di Mani Pulite - e anche questa è una curiosa analogia con il fortissimo conflitto istituzionale in corso… - e della splendida battaglia refendendaria di Segni (ma che occasione perduta!), peraltro anche allora in una situazione di grave tensione finanziaria. Ma il risultato finale, forse perché sono stati mischiati gli stessi addendi, non sembra molto diverso, anzi per certi versi sembra peggiore. La corte dei conti lamenta una forte crescita dei reati per corruzione, e in generale il malgoverno e lo sperpero delle risorse pubbliche sono sotto i nostri occhi grandi come macigni. Com’è grande come un macigno, anzi una montagna, il debito pubblico che è una conseguenza della furia predatoria della classe politica. Mai come oggi l’Italia è stata nelle mani dei partiti a tutti i livelli della vita collettiva, mai come oggi siamo stati inermi a fronte di chi ci governa (gli “addendi”), anche a causa di una legge elettorale INDEGNA DI UN PAESE CIVILE. La coscienza di una situazione storica si forma sempre molto tempo dopo lo svolgersi degli venti, e credo che tra 19 anni leggeremo questi momenti come uno dei momenti peggiori della nostra storia politica. Ed è triste che proprio nella ricorrenza del 150° anno della nostra unità si assista ad un tale disfacimento morale. Il nostro “mariolo”, Mario Chiesa, si era fatto “beccare” con una banalissima bustarella: mi viene da sorridere ora. Ma poi mi passa, perché penso a decine di persone già ricche e famose a cui si è pensato bene di dare l’ennesimo privilegio. A chi non piacerebbe abitare in centro a Milano pagando poche centinaia di euro al mese, invece di lavorare qualche decina d’anni per pagarsi un mutuo? La mia coscienza civile, la mia coscienza liberale si ribella: ma queste persone che valori hanno, che principii hanno? E cosa racconto ai miei figli di 14 e 10 anni sul loro futuro e su come dovranno affrontare la loro vita?
Stefano








domenica 20 febbraio 2011

E facciamolo sto Blog...

Questo è il primo post del mio sito. Perché mi sia imbarcato in questa cosa non lo bene nemmeno io. A questo punto del mio viaggio, ormai da tempo nella Terra di Mezzo, sento probabilmente il bisogno di fermarmi un attimo e realizzare (con le mie mani, innanzitutto per me stesso, uno strumento di razionalizzazione, di sintesi, di proposta. Farlo mi rilassa e mi piace; vorrei far evolvere questo progetto, se mai ci riuscirò, verso una sorta di piattaforma personale di comunicazione integrata… vedremo. Ad ogni modo, spero di fare qualcosa che sia stimolante che divertente, per chi legge come per me.
Stefano